Da più parti riceviamo continue segnalazioni di vendemmie anticipate.
Un antico adagio recita che ” A San Martino ogni mosto diventa vino”.
San Martino si festeggia l’undici novembre ed è considerato patrono dei viticoltori, di chi vendemmia, dei sommelier, degli osti.
Questa data è stata sempre considerata come la fine del ciclo del raccolto, il giorno in cui si è soliti degustare il primo vino novello. Nei miei ricordi d’infanzia vedo ancora il nonno che ai primi di ottobre (siamo al Nord Italia) prepara tini e botti per la vendemmia, mentre al Sud Italia questo “rito” avveniva a settembre…
Pochi giorni fa un viticoltore siciliano che fa uso della nostra zeolite ci ha informato che negli ultimi cinque anni la data della vendemmia si è venuta via via anticipando, arrivando, a tutt’oggi a quasi un mese di anticipo. E questo nonostante l’uso della zeolite che ha protetto i grappoli dal caldo e secco eccessivi.
A questo punto ci siamo posti diverse domande, prima fra tutte quali sono i fattori che determinano questo cambiamento climatico. Noi abbiamo formulato diverse ipotesi, ma lasciamo a voi campo libero per la loro ricerca…
Un’altra domanda che ci poniamo è: come influisce sulla qualità e stabilità del vino una fermentazione del mosto che avviene ad alte temperature (40/45°C al Sud Italia ad agosto)?
Questa contrazione dei tempi di coltivazione e successivamente di raccolta, potrebbe alla lunga generare dei problemi?
Dove ci porterà tutto questo?
Siamo coscienti che siamo noi esseri umani ad aver alterato in diversa misura i ritmi della Natura, ma siamo altrettanto coscienti che ora più che mai occorre invertire la rotta, ritornando ad un ragionevole rispetto dei suoi ritmi e di tutta la vita che da essa dipende. Non possiamo più rimandare!
Per Zeolite-Italia
Nadia Morini
Noi Uomini dobbiamo riportare al centro gli obbiettivi comuni, riposizionando il sano l’equilibrio al suo posto.
Antonio Oliveri