Il salice (salix alba) è un albero un tempo molto coltivato ed utilizzato sia in agricoltura che per le sue proprietà curative.
Cresce in luoghi umidi, paludosi, adiacenti a corsi d’acqua. Il nome “alba” deriva dalla peluria argentea che ricopre le foglie, che si contrappone alla corteccia giallastra.
I suoi rami venivano utilizzati per la legatura della vite, per spalliere e supporti di piante rampicanti, per recinzioni ad intreccio, per staccionate, per fabbricare cesti. E’ uno dei legni utilizzati per le bacchette dei rabdomanti. Per tutti questi usi i rami venivano raccolti a fine inverno. Veniva altresì piantato per il consolidamento degli argini in prossimità dei corsi d’acqua.
Composizione chimica: salicina, glicosidi fenolici, populina, isoquercetina, polifenoli, catechine, naringina, acidi aromatici, tannini ecc.
Uso agricolo:
L’estratto di salice bianco corteccia viene usato per l’autodifesa e la cura delle colture dai funghi, per esempio la bolla del pesco; la ticchiolatura , il mal bianco, l’oidio del melo; la peronospora e l’oidio della vite. Viene usato prevalentemente per le colture arboree ma è indicato anche per gli ortaggi. Un altro uso in agricoltura meno conosciuto è l’impiego per la produzione di un ormone radicante naturale grazie all’acido salicilico e all’acido indol-3-butirrico contenuti nella pianta, in alternativa agli ormoni radicanti di origine chimica. A fine inverno il polline degli amenti costituisce il primo prezioso alimento per le api.
Per uso curativo si utilizza principalmente la corteccia (antireumatica, febbrifuga) ed in misura minore gli amenti e le foglie. La corteccia dei rami di almeno 2/3 anni è ricca di acido salicilico. E qui è importante fare una precisazione. L’acido salicilico, di origine naturale (oltre che nel salice è presente in altre piante), trasformato chimicamente, diventa acido acetilsalicilico, comunemente conosciuto come ” Aspirina”, che, a differenza dell’acido salicilico contenuto nelle piante, può provocare ulcerazioni della mucosa gastrica come effetto collaterale. In caso di terapie anticoagulanti è consigliato non utilizzare preparati a base di acido salicilico, per la sua seppur blanda azione anticoagulante. Ugualmente vengono sconsigliati in caso di allergia conosciuta ai salicilati. Il salice bianco possiede proprietà antiossidanti, antipiretiche, antisettiche, analgesiche, antinfiammatorie, tonificanti, antinevralgiche, febbrifughe, astringenti, antispasmodiche.
La corteccia di salice viene utilizzata contro i dolori articolari, l’osteoartrite,l’artrosi dell’anca e del ginocchio, la fibromialgia, l’artrosi dolorosa dei legamenti, forme reumatiche croniche, febbre, malattie da raffreddamento, influenza, nevralgie, mal di testa, insonnia, iperacidità gastrica , squilibrio nella secrezione degli enzimi digestivi, dispepsia.
Le gemme agiscono sul tono dell’umore, con azione sedativa sul sistema nervoso. La linfa viene usata negli stati infiammatori dell’occhio, cataratta e degenerazione del corpo vitreo. Foglie e amenti in caso di dismenorrea per la loro azione sedativa.
Per uso esterno, essendo un astringente su pelle e mucose infiammate, favorisce la cicatrizzazione delle ferite, cura l’acne, la psoriasi, la forfora, le dermatiti, le verruche, i calli ed i duroni.
Posologia: Il decotto di corteccia si prepara mettendo la droga in acqua fredda ( 2/3 grammi di corteccia per tazza d’acqua), facendo bollire qualche minuto, lasciando in infusione 10 minuti prima di filtrare. Una tazza 3/5 volte al giorno . La tintura-madre si utilizza mettendo 30/40 gocce in un bicchiere d’acqua assumendola 2/3 volte al giorno dopo i pasti. Gli amenti si utilizzano nel dosaggio di 5 grammi per tazza di acqua bollente, una tazza prima di ogni pasto e prima di coricarsi. Le capsule di estratto secco contengono generalmente 100/200 milligrammi e vengono utilizzate 3 volte al giorno.
Bibliografia:
– Enrica Campanini : Dizionario di fitoterapia e piante medicinali. Biosline.
– F. Mearelli – M. Sgrignani: Terapia moderna con tinture-madri, gemmoderivati ed oligoelementi. Planta Medica.
Per Zeolite-Italia
Nadia Moroni