Siccità, mancanza di piogge, aumento del calore, desertificazione, sono problemi che ci stanno affliggendo e a cui dobbiamo trovare una veloce soluzione pena la perdita dei raccolti.
Sono molteplici le cause che hanno portato a questa situazione, vediamo di riassumerle brevemente.
Vorrei iniziare questa esposizione ricordando Masanobu Fukuoka e la sua “rivoluzione del filo di paglia”, ben presente a chi come me si occupa di agricoltura biologica da molti anni. Fukuoka è stato uno dei primi ad evidenziare l’importanza di un suolo sempre coperto (pacciamato con la paglia, per l’appunto) e non lavorato con vangature od arature, poichè un suolo lasciato coperto e senza lavorazioni continua a produrre humus e quindi a trattenere più acqua. Fukuoka affermò che fu proprio nel deserto americano che ebbe una illuminazione e cioè che la formazione dei deserti non è dovuta all’assenza di pioggia ma che la pioggia smette di cadere perchè la vegetazione è scomparsa e quindi l’unico modo per aumentare le piogge è quello di rigenerare le foreste.
Il calore e la siccità aumentano a dismisura nei terreni spogli, nudi, poveri di vegetazione e di humus.
Diamo alcuni dati: l’erba non tagliata mantiene il terreno ad una temperatura di 19,5°C, l’erba falciata ad una altezza di 10 cm dal suolo mantiene una temperatura di 24,5°C. Un terreno nudo in piena estate sale oltre i 40°C. Un terreno ricco di humus possiede la facoltà di trattenere acqua in buona quantità e questo costituisce una specie di scorta idrica per i momenti di emergenza.
L’humus svolge proprio questa funzione: può trattenere acqua fino a 20 volte il suo peso e previene quindi fenomeni di essicazione. E’ evidente che l’uso crescente dei concimi chimici, riducendo drasticamente la presenza di humus nei terreni, predispone le coltivazioni a soffrire ancora di più nei periodi di siccità.
I terreni biodinamici trattengono il 55% in più di acqua rispetto a quelli coltivati chimicamente.
Un altro aspetto del problema di cui pochissime persone sono al corrente è che l’aumento del calore si è messo in moto a partire dal 1945 con l’uso delle prime bombe atomiche. Da quella data in poi si calcola siano stati fatti esplodere ben 2418 ordigni nucleari. Ma oltre a questi vi sono 498 centrali nucleari attive in tutto il mondo, che producono scorie nucleari rilasciate nell’ambiente in quanto molte di esse hanno gravi carenze di manutenzione (senza contare gli incidenti di cui siamo venuti a conoscenza). Si può quindi concludere che è proprio la radioattività (insieme ovviamente a tutte le altre cause che abbiamo citato) la principale fonte della siccità e del calore in tutto il mondo. Un ultimo fattore da non sottovalutare è la continua irrorazione di metalli pesanti in atmosfera, in grado di modificare il clima.
Che cosa possiamo fare per contrastare – perlomeno nel nostro piccolo – questi scenari ben poco rassicuranti?
– Possiamo iniziare con l’abolizione di tutte le sostanze chimiche in agricoltura, utilizzando tecniche di coltivazione elementare, naturale, biologica, biodinamica, che favoriscono l’incremento dell’humus nei terreni.
– Evitare l’aratura, che oltre ad invertire gli strati del terreno favorisce una massiccia perdita di humus, in favore di lavorazioni meno invasive,
– Tenere sempre coperti i suoli con erba, pacciamatura (con fieno, paglia, cippati, cortecce ecc.). Nei cereali a file transeminare leguminose o crucifere. Dopo il raccolto dei cereali invernali, in attesa delle semine autunnali, seminare subito leguminose o crucifere che tengano coperto il suolo.
– Piantare alberi e siepi attorno ai campi e non solo…
– Utilizzare microrganismi (di cui i fervida ed i compost tea sono ricchi) per riportare la fertilità nel suolo, oltre ai tradizionali compost…
– Utilizzare la zeolite in grani che ha come caratteristica quella di trattenere acqua per il 50%. La zeolite media tutti gli estremi climatici, sia il troppo caldo che il troppo freddo.
– Utilizzare pale di fico d’India nelle zone in cui crescono poiché possono costituire una importante riserve di acqua.
– Utilizzare i Preparati Biodinamici (Fladen, Cornoletame e molti altri) per contrastare la siccità, richiamare acqua in superficie, abbassare la temperatura dei suoli e ridurre la radioattività.
– Ove è possibile, raccogliere l’acqua piovana in apposite cisterne.
Queste sono brevi e schematiche indicazioni di ciò che possiamo fare, poichè è solo l’impegno dei singoli che può davvero costituire la differenza.
Nadia Moroni